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IL LIBRO – Questo volume, che raccoglie i risultati di una ricerca scientifica promossa e sostenuta (nell’ambito della sua attività istituzionale) dall’Istituto di Studi Politici ‘San Pio V’, si prefigge lo scopo di presentare all’attenzione dei lettori una prima narrazione d’insieme delle intense e proficue relazioni bilaterali che l’Italia, al di là dei vari cambi della guardia succedutisi a Palazzo Chigi e alla Farnesina nel corso dei venti anni compresi fra la caduta del “Muro” e l’elezione del presidente americano Barack Obama, ha costantemente intrattenuto con tutti i Paesi arabi del Mediterraneo sempre su una condivisa base di parità e di rispetto e di reciproca non ingerenza politica, scevra da qualsiasi pregiudizio di carattere ideologico e religioso.
Nel complesso, una narrazione con un dichiarato intento divulgativo, ma sempre precisa e scrupolosa e, al tempo stesso, non priva di qualche interessante spunto di riflessione: in primo luogo sugli elementi di continuità (prevalentemente assicurata dalla proficua azione svolta nelle varie sedi internazionali dalla nostra diplomazia di carriera) della ‘politica araba’ del Governo di Roma; e in secondo luogo, sulla preziosa funzione svolta dall’Italia di solido e praticabile ‘Ponte sul Mediterraneo’. Un mare cruciale la cui importanza è destinata in futuro ad aumentare in misura sempre crescente, come peraltro dimostrano gli avvenimenti sulla Sponda Sud che hanno fatto registrare nelle società arabe, nuovi e diffusi fermenti di rivolta che hanno travolto presidenti, ritenuti intoccabili, a lungo protagonisti della scena mediorientale e, come tali, protagonisti anche di molte pagine di questo libro.
Un libro che, come una sorta di cartello indicatore rimasto in piedi nonostante gli avvenimenti della cronaca quotidiana delle rivoluzioni arabe, potrebbe altresì tornare utile per orientare il dialogo e la comprensione reciproca fra gli italiani e i nuovi interlocutori della Sponda Sud.
Esaurito
Il volume presenta una puntuale narrazione d’insieme delle intense relazioni bilaterali fra l’Italia e i Paesi arabi del Mediterraneo nei venti anni compresi fra la caduta del “Muro” e l’elezione del presidente americano Barack Obama. In questi venti anni, nonostante cambiamenti e trasformazioni del suo sistema partitico, l’Italia, al di là dei ripetuti cambi della guardia a Palazzo Chigi e alla Farnesina, è riuscita a rimanere comunque fedele alla sua tradizionale politica mediterranea, tendenzialmente autonoma, e stabilmente ispirata alla “diplomazia dell’amicizia”. E soprattutto è riuscita a tenere sempre aperti i suoi molteplici canali di comunicazione e di dialogo con tutti i Paesi arabi, compresi quelli più problematici, stabilendo proficue relazioni anche con i vari movimenti presenti nelle composite società arabe. Società arabe per lungo tempo rappresentate come immobili, fatalmente strette nella morsa del fondamentalismo religioso da un lato e di logori regimi dispotici dall’altro. Ma, come dimostrano i recentissimi avvenimenti della cronaca quotidiana, da quelle società, solo apparentemente immobili, attraversate invece da forti tensioni e da speranze di libertà e di cambiamento, si è improvvisamente levato il vento, impetuoso, delle rivolte popolari, che hanno travolto presidenti, ritenuti intoccabili, a lungo protagonisti della scena mediorientale e, come tali, protagonisti anche di molte pagine di questo libro. Un libro che, come una sorta di cartello indicatore rimasto in piedi nonostante gli avvenimenti della cronaca quotidiana delle rivolte arabe, potrebbe altresì tornare utile per orientare il dialogo e la comprensione reciproca fra gli italiani e i nuovi interlocutori della Sponda Sud.
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